Dal teatro del Centro Perez nasce l’incontro fra i più piccoli e il mondo della disabilità
di Cecilia Gallotta
Creare un contatto tra due mondi apparentemente molto distanti, quali i bambini e persone con disabilità acquisita. E’ uno degli straordinari risultati a cui si può giungere attraverso il codice teatrale, e ne sono un esempio i bambini della classe IVB della scuola primaria ‘F. Tumiati’, che nelle scorse settimane hanno intrapreso un’emozionante percorso insieme ai ‘Bariolè’, dal francese ‘variopinto’, un gruppo di attori che, attraverso il Centro Perez della Città del Ragazzo, hanno trovato il modo di esprimere e realizzare sè stessi.
Il centro, anche grazie ai percorsi teatrali ispirati al Metodo Cosquillas tenuti da Massimiliano Piva e Alessia Veronese, da anni si occupa di chi, per diverse ragioni, non ha accessibilità al mercato del lavoro, della sua transizione, o di chi ne è momentaneamente escluso. Una situazione attuale quanto delicata, che a volte solo gli occhi di un bambino sono capaci di non giudicare.
Ed ecco che, sulla proposta di Silvia Martini, psicologa e mamma, la maestra Simonetta Travagli ha accolto l’idea di condividere coi propri bambini la conoscenza di uno spaccato di mondo, attraverso una “rampa comunicativa”, come la definisce Alessia Veronese, che è il linguaggio universale del teatro.
Il coinvolgimento della classe, per tre lunedì consecutivi, ha visto l’applicazione dei tre step principali di Cosquillas: il primo per conoscersi, con “il cerchio con la pallina”, il secondo per costruire una relazione tra gli attori attraverso i quadri e la creatività di ognuno, e infine “lo specchio, per stimolare l’empatia”.
Un’esperienza da cui tutti sono usciti con qualcosa in più, non di meno con un nome: i ‘Bariolini’, una sorta di orgogliosa versione junior che gli stessi bambini hanno pensato per il loro gruppo classe. L’incontro tra due realtà così diverse non è alla sua prima volta: lo scorso anno ha infatti visto i bambini della scuola elementare di Migliarino collaborare con gli attori della Cooperativa Sociale La Pieve Arl, laboratorio protetto di Maiero e del Csrr Quisisana di Ostellato, con il progetto ‘Tramaandare’. Perché nella trasmissione di un sapere, si possa anche “andare oltre le barriere”.
E se i Bariolè hanno potuto sentirsi speciali agli occhi dei bambini, i più piccoli hanno capito di aver fatto parte di qualcosa di grande. Anche solo chiedendosi, come riporta Veronese, “che cosa possiamo fare per costruire un mondo più accessibile per tutti”, a partire da uno sguardo.