IL CERCHIO

“Di me si fideranno solo quando io accetterò di fidarmi, e non mi derideranno solo quando smetterò di credere che loro mi fanno ridere”.

Si tratta del lavoro essenziale e più sensibile di tutto il percorso.

Lavorando esclusivamente con persone prive di ogni forma di esperienza artistica, è la chiave di accesso che viene consegnata ai conduttori, da parte dei partecipanti, per consentire di entrare nelle esistenze reciproche, le quali verranno condivise, affrontate e rappresentate durante il processo creativo teatrale presente in tutta l’esperienza.

Ci si concede la possibilità di fondersi in un gruppo, attraverso la creazione della fiducia reciproca, creando con i compagni stessi un luogo sicuro di cui fidarsi.

COS'E'

Parte da un gruppo di persone sedute, equidistanti, in circolo, su sedie (zona di confort), che passeranno una pallina dicendo il loro none.

Dopo alcuni giri nascerà il suggerimento di guardarsi negli occhi. Passandosi un oggetto unico per tutti, che spesso è una pallina. Dicendo il proprio nome uno alla volta e guardandosi negli occhi, fa nascere la prima opportunità del gruppo. Questo primo passaggio, è necessario per affrontare un futuro testo, perché farà conoscere l’intimità della propria voce al gruppo, abituandosi a condividerla. Inoltre, vivendo la possibilità di sensibilizzare l’utilizzo degli occhi negli occhi, permette ai partecipanti di avviare il percorso verso il linguaggio non verbale.

La creazione del gruppo e la prima fase di gestione di se/personaggio, nasce nella seconda fase del cerchio: uno alla volta, in piedi, in mezzo al cerchio di compagni seduti sulle sedie, con la pallina in mano; da quella posizione e per un tempo non determinato, guarderanno negli occhi un compagno alla volta, completando il giro.

Al termine l’esercizio richiede di consegnare la pallina ad uno dei compagni seduti, guardandolo negli occhi da vicino e dicendogli il proprio nome o soprannome, se desiderato (nascita dell’intimità).

Il lavoro continuerà fino al compimento dell’azione di tutti i presenti nel cerchio. Sarà il conduttore ad iniziare il giro.

Una serena condivisione dei propri punti di vista col gruppo, che lascia a proprio agio, perché ciò che uscirà non saranno le proprie maschere quotidiane, ma le impensate bellezze delle proprie capacità: se stessi di fronte agli altri, i quali attratti dalla novità, assistono ed entrano in questo nuovo mondo personale e condiviso, dando il via alla rielaborazione della dinamica del gruppo/compagnia.

Questo percorso è frutto di diversi feedback condivisi man mano che i compagni vivono l’esperienza dei primi giri, o dei momenti vissuti al centro del cerchio.

CTM non lavora con attori professionisti, il cerchio quindi è per queste persone il primo palcoscenico, ed i compagni i primi spettatori.